La storia della Grotta Gigante è un percorso ricco di fascino, che accompagna il visitatore dal lontano Neolitico, quando i nostri antenati cominciarono a frequentare la parte più accessibile della cavità, attraverso l'Ottocento, in cui è stata teatro della nascita della speleologia scientifica e sportiva e delle prime ricerche del misterioso fiume sotterraneo Timavo, fino ai giorni nostri, in cui si propone come spettacolare meta turistica ed educativa e come sito di importantissimi studi scientifici ...
SCOPERTA E PRIME ESPLORAZIONI
Alcuni rinvenimenti testimoniano la saltuaria frequentazione umana fin dall’epoca preistorica nella galleria sfruttata attualmente come uscita turistica della Grotta Gigante.
Dalla stessa apertura cominciò nel 1840 la prima esplorazione conosciuta della Grotta Gigante. Ne fu protagonista Anton Federico Lindner, che si calò con una corda fino al fondo della Grande Caverna nella speranza, poi disattesa, di raggiungere il fiume sotterraneo Timavo. Lo scopo di tale ricerca era quello di trovare un rimedio all’urgente problema della carenza d’acqua che affliggeva la città di Trieste allora in rapida espansione.
L’esplorazione continuò negli anni successivi, prima con l’ispettore dei civici pompieri Giovanni Sigon, audace precursore della speleologia triestina, poi con alcuni ingegneri addetti alla costruzione della ferrovia che collegava Trieste a Vienna. Mancano purtroppo dettagli precisi di entrambe queste iniziative.
Appena nel 1890, dopo aver individuato un secondo ingresso, ancor oggi percorribile solamente da speleologi, venne intrapresa da parte del Club Touristi Triestini l’esplorazione completa della grotta.
Il primo rilievo venne effettuato nel 1897 a cura di un grande speleologo dell’epoca, Giovanni Andrea Perko, che compilò anche un importante studio di rilevamenti archeologici. Egli divenne poi Direttore delle Grotte di Postumia.
Il Club Touristi Triestini, visto il notevole interesse per la cavità da parte di persone estranee alla speleologia, prese in considerazione la possibilità di ricavarne un profitto, consentendo l’accesso alla Grotta Gigante anche al grande pubblico.
SVILUPPO TURISTICO
Fu così che nel 1905, dopo la scoperta del terzo ingresso avvenuta a fine Ottocento, vennero iniziati i lavori per la realizzazione di rampe di scale che dall’apertura portassero al fondo della caverna. Il 5 luglio del 1908 la Grotta Gigante fu solennemente aperta al pubblico, illuminata da migliaia di candele, fanali ad acetilene e fiaccole, mentre dalla volta venne calato un gigantesco lampadario a 100 fiamme, il tutto accompagnato dalla musica della banda cittadina, che suonò un brano del “Sigfrido”.
Dopo la fine della Grande Guerra e il passaggio della Venezia Giulia all’Italia, nel 1922 la proprietà della Grotta Gigante passò alla Società Alpina delle Giulie, divenuta nel frattempo Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano. Nello stesso anno la Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie ottenne in proprietà anche le “Grotte del Timavo a San Canziano”, per la cui gestione impegnò ingenti risorse.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la conseguente perdita di quasi tutta la Venezia Giulia, rimase in territorio italiano la sola Grotta Gigante. A partire dal 1949 il gruppo speleologico denominato Commissione Grotte “Eugenio Boegan” della Società Alpina delle Giulie (sezione di Trieste del Club Alpino Italiano), con un lungo e faticoso lavoro promozionale, portò la Grotta Gigante nel ruolo di più importante cavità turistica del nordest italiano.
Nel 1957 la Grotta Gigante fu dotata del primo impianto elettrico, che svelò finalmente nuove prospettive e particolari dell’immensa volta.
Nel 1970 iniziarono i lavori del grandioso progetto per la costruzione del sentiero di risalita lungo la parete opposta alla discesa turistica, con lo scavo della galleria artificiale e il raggiungimento dell’Ingresso Alto. Il percorso, realizzato grazie ai contributi della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, è stato inaugurato nell’autunno del 1996.